Gentile di Puglia

La Gentile di Puglia (o Merino di Puglia, Pugliese Migliorata, Merino d’Italia, Merino Gentile) è una razza ovina impiegata per la produzione di lana, carne e latte. Originaria della provincia di Foggia, oggi è diffusa principalmente in Puglia, Basilicata, Calabria e in altre regioni meridionali.

Storia della razza

Questa razza è stata ottenuta dagli incroci effettuati già sotto Federico II di Svevia, Alfonso I di Aragona e successivamente sotto i Borboni, tra pecore della razza locale Carfagna e arieti Merino provenienti da Spagna, Francia e Germania. È originaria della provincia di Foggia. La sua selezione è stata attentamente seguita nei primi decenni del secolo scorso dall’Ovile Nazionale di Foggia, poi trasformato in Sezione Operativa dell’Istituto Sperimentale per la Zootecnia di Roma.
Dalla fine del ‘700, la pecora Gentile allevata nel Tavoliere comincia a essere richiesta ed importata in tutta Europa per il miglioramento delle razze locali: in Svezia, in Danimarca (Smaalcnem), in Alta Sassonia e in Francia (Rambouillet), in Inghilterra (dove viene incrociata con le Rylande, le Mendip e le Southdown), in America (Massachusset e Virginia). Nel 1782 viene importata nel Capo di Buona Speranza, e da qui introdotta in Australia, paese che già nel 1891 vanta oltre 100 milioni di capi fini merinos.

Caratteristiche principali

L’ovino di razza Gentile di Puglia è una pecora di taglia medio-grande, allevata principalmente per la produzione di carne. Le pecore vengono attentamente controllate, in modo da avere agnelli pronti per la macellazione, in particolare nei periodi di festività natalizie e pasquali.
Questa razza conta circa 300.000 capi, di cui 10.000 controllati, di taglia media con maschi grandi quasi il doppio rispetto alle femmine e dotati con robuste corna a spirale. La Gentile di Puglia è caratterizzata dal vello bianco a lana fine che ricopre tutto il tronco, la regione ventrale, testa e arti.

Allevamento e produzione alimentare

Le caratteristiche organolettiche delle carni, saporite, di grana fine e con la giusta quantità di grasso, sono molto apprezzate dei consumatori. La qualità della lana, la cui produzione ottenuta in una tosa annuale di 4-5 kg, è ottima, morbida, dolce al tatto e nervosa, adatta all’industria tessile.

Sostenibilità

In Basilicata, questa razza è minacciata di estinzione a causa dei bassi livelli di produzione e dei bassi valori di mercato di latte, carne e lana. In un clima di cambiamento, in cui i consumatori stanno abbracciando allevamenti sostenibili, due ricercatori dell’Università degli Studi di Foggia hanno lavorato a una possibile strategia per conservare tale razza. Grazie all’uso innovativo della lana di questa razza, sarebbe infatti possibile dare valore alla produzione con nuovi metodi e attribuire l’indicazione IGP ai prodotti ottenuti.